Nell’estate del 1943 la città di Roma, e l’Italia in generale, si trovarono confrontate a una terribile escalation di avvenimenti: al bombardamento alleato del 19 luglio fecero seguito la caduta del fascismo (25 luglio), la dichiarazione di “città libera” (14 agosto) e la firma dell’armistizio di Cassibile (resa nota l’8 settembre). Rompendo un patto che durava dal 1936, da alleata della Germania l’Italia divenne di fatto un paese occupato, in attesa che gli alleati la liberassero risalendo dal sud. La piccola rappresentanza diplomatica svizzera si ritrovò così nell’occhio del ciclone. Dal suo punto di osservazione privilegiato Carlo Sommaruga fu testimone di tutti questi avvenimenti e ne scrisse alla moglie in lunghe lettere ricche di particolari.
La scena più celebre del film Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, ispirato ai tragici fatti del 1943-44.