Nell’estate del 1943 la città di Roma, e l’Italia in generale, si trovarono confrontate a una terribile escalation di avvenimenti: al bombardamento alleato del 19 luglio fecero seguito la caduta del fascismo (25 luglio), la dichiarazione di “città libera” (14 agosto) e la firma dell’armistizio di Cassibile (resa nota l’8 settembre). Rompendo un patto che durava dal 1936, da alleata della Germania l’Italia divenne di fatto un paese occupato, in attesa che gli alleati la liberassero risalendo dal sud. La piccola rappresentanza diplomatica svizzera si ritrovò così nell’occhio del ciclone. Dal suo punto di osservazione privilegiato Carlo Sommaruga fu testimone di tutti questi avvenimenti e ne scrisse alla moglie in lunghe lettere ricche di particolari.

La scena più celebre del film Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, ispirato ai tragici fatti del 1943-44.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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