«La situazione della popolazione cilena diventa ogni giorno più drammatica. Recentemente è stata diffusa una lettera inviata dalla direzione della Democrazia cristiana al generale Pinochet nella quale si protesta energicamente poiché “le autorità militari torturano i prigionieri, il popolo Cileno soffre la fame e migliaia di persone hanno perso il loro lavoro per ragioni politiche”. Migliaia di persone condannate alla sofferenza: parecchie fra loro potranno trovare la salvezza, per sé e per i loro familiari, rifugiandosi in Svizzera. Per questo motivo, l’Azione posti-liberi di don Cornelio Koch ha lanciato una colletta nazionale allo scopo di raccogliere i fondi per pagare il viaggio in aereo ai profughi che riescono ad abbandonare il Cile. I responsabili della colletta nel Ticino hanno inviato un appello a tutti i comuni e a tutte le parrocchie, chiedendo di versare al più presto un contributo in danaro, come già hanno fatto altri comuni e altre parrocchie in Svizzera. Nell’appello, firmato dal prof Adriano Soldini per il comitato ticinese – che è apartitico e umanitario – si legge in particolare che l’ondata di persecuzioni cui è sottoposto il popolo cileno è stata denunciata, fra gli altri, anche dalla Commissione dei diritti dell’uomo dell’ONU e dal vescovo di Cuernavaca, Messico. […] Con i primi fondi raccolti fra la popolazione, il comitato dell’Azione posti-liberi ha già potuto acquistare numerosi biglietti d’aeroplano, facendoli pervenire a cileni che si si trovano in pericolo di vita. Altri sono in attesa di questi “biglietti per la libertà”. Alcuni di loro ci hanno fatto sapere che la salvezza è questione di giorni, perfino di ore» (Appello ai comuni e alle parrocchie in favore dei profughi cileni, febbraio 1974)
“Corriere del Ticino”, 6 febbraio 1974, p. 13.
“Cile. Periodico di informazione del Comitato ticinese di sostegno alla resistenza cilena”, n. 8, febbraio 1974.
L’azione di Rivoir in favore dei profughi cileni si espresse anche sul piano istituzionale: si fece ricevere a tre riprese da Kurt Furgler, il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia, incontri difficili in cui Rivoir mise Furgler davanti al fatto compiuto (molti cileni erano già in Svizzera) e riuscì abilmente ad alzare il numero degli ammessi. A porre fine al braccio di ferro e all’Azione posti liberi furono i costi dell’operazione (soprattutto dei biglietti d’aereo), interamente a carico dell’organizzazione. Nel luglio del 1975 venne sospeso l’arrivo di nuovi profughi, a condizione che il governo evadesse tutte le pratiche ancora in corso: un ultimo compromesso raggiunto da Rivoir. Nel maggio del 1976 l’Azione posti liberi cessò di esistere.
Il consigliere federale Kurt Furgler (1924-2008), cristiano-sociale, dal 1972 al 1982 responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia. I suoi incontri con Rivoir furono decisivi per la sorte di molti cileni giunti in Svizzera.