«Gli scrivevano centinaia di lettere da tutte le parti. Lo ascoltavano i cattolici ed i protestanti, i confederati e gli italiani, i patrioti, i soldati che avevano fatto con lui la mobilitazione del 1914, i vicini ed i lontani, i quali tutti adoravano questa sua voce che si alzava da questo paese libero e democratico, perché egli ha sempre difeso la giustizia e la libertà» (Felice Vitali, direttore della Radio della Svizzera italiana, settembre 1939)
Edizione del “Radioprogramma” del 23 settembre 1939, dedicata alla scomparsa di don Alberti.
La Radio della Svizzera italiana (all’epoca Radio Monteceneri, dalla posizione della sua celebre antenna) iniziò le trasmissioni nel maggio del 1932 dal palazzo delle poste di Lugano e, a fronte di un successo sempre crescente, nel 1938 si trasferì nei nuovi spazi allo Studio Foce. Durante la guerra continuò il suo operato in favore della diffusione dell’italianità in Svizzera, rappresentando di fatto una delle pochi voci libere nell’Europa dominata dal nazismo. Sin dai primi anni don Francesco Alberti fu chiamato a collaborarvi quale predicatore radiofonico: dotato di una notevole capacità oratoria, si fece presto conoscere grazie ai suoi commenti del Vangelo. Alla sua scomparsa, nel settembre del 1939, i colleghi gli dedicarono un numero speciale del “Radioprogramma”.
La nuova sede della Radio della Svizzera italiana allo Studio Foce, 1938 (Archivio storico di Lugano).
L’annunciatore Geo Molo, marzo 1939 (Archivio storico di Lugano).
Interno dello Studio Foce, 1938 (Archivio storico di Lugano).
Benedetto Croce, al centro, in compagnia di Delio Tessa (a sinistra) agli studi radio in centro Lugano nel 1936.