«Nel Ticino chiedo ed ottengo di parlare alla radio, grazie all’appoggio di Canevascini, che presiedeva allora il comitato direttivo della radio. Da tempo avrei voluto parlare alla radio, specie per gli ascoltatori di oltre frontiera, ma le chiese svizzere non mi sostenevano. Mi si diceva ‒ si era in periodo di guerra ‒ che non sarebbe stato approvato dal cattolico Motta che non voleva dispiacere al suo amico Mussolini… Ora era finalmente giunto il momento. […] A poco a poco la gente si abituò alla presenza evangelica settimanale alla radio. Non solo, la direzione della televisione, di sua iniziativa, mi chiese di occuparmi anche delle trasmissioni religiose televisive. Vi confesso che accettai per onore di firma, ma ero spaventatissimo» (Guido Rivoir, “Le memorie di un valdese”, 155)
Durante un dibattito televisivo alla TSI nei primi anni ottanta.
Attivo, fino a quel momento, essenzialmente nell’ambito della sua comunità, Guido Rivoir divenne una voce e un volto familiare a molti ticinesi grazie alle sue collaborazioni radiofoniche (dal 1952) e televisive (dal 1963). Fu il primo pastore protestante a intervenire regolarmente sui media svizzeri di lingua italiana, un primato che, in ambito cattolico, condivideva con don Francesco Alberti, ricordato nel medesimo Giardino dei Giusti.
Il programma “La parole del Signore” (anni settanta).
Negli studi della TSI nel marzo del 1981.