«La dedica? Imprescindibile! Per un libro che si rispetta, la dedica ci vuole. Ma dedicarlo a chi? A qualche illustre personaggio? E poi se venisse preso per uno scherzo di cattivo genere? Dedicarlo, come volevo, ai miei genitori? […] Pensa e ripensa, mi parve, un mattino, di aver trovato la dedica che ci voleva. Eccola: “Ai giovani ticinesi una pagina di vita dei padri perché non abbiano a imitarla”» (Francesco Alberti, prefazione a “Il Voltamarsina”, 1932)

Il romanzo di Francesco Alberti, ambientato in un paese del Malcantone molto simile alla sua Bedigliora, uscì in 59 puntate sul “Popolo e Libertà” tra il 4 gennaio e il 26 marzo 1932, con il sottotitolo “Racconto paesano”. Fu subito raccolto in volume, entro l’anno, dall’Istituto editoriale ticinese di Carlo Grassi, e illustrato da disegni di Giovanni Bianconi. Il libro conobbe numerose ristampe: l’ultima, a cura di Flavio Catenazzi e con una prefazione di Davide Adamoli è uscita nel 2019 per l’editore Dadò. Al successo del libro contribuirono il fatto di essere nato come romanzo d’appendice, quindi con un ritmo narrativo alto e numerosi colpi di scena, ma anche l’ambientazione locale, riconoscibile, e i temi toccati: dalla fedeltà politica a questioni sentimentali, dalla vita nell’esercito all’esperienza dell’emigrazione. Alessandro Manzoni e i suoi “Promessi sposi” sono il grande esempio che si staglia sullo sfondo.

Francesco Alberti commenta alla radio il successo del suo romanzo.

Nel 1991 la Televisione della Svizzera italiana produsse uno sceneggiato televisivo basato sul romanzo di Francesco Alberti, per la regia di Vittorio Barino e con Giovanni Battaglia nel ruolo di Tomaso e Laura Lattuada in quello di Rosa.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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