«Anche se in quel momento mi sarebbe piaciuto studiare medicina, capii che per soddisfare la mia famiglia senza avere problemi economici insopportabili dovevo andare a Firenze e frequentare la Facoltà Valdese di Teologia. Volevo in quel momento essere utile alla popolazione delle mie valli: potevo esserlo come medico disposto a correre ovunque nei villaggi ma potevo anche essere utile come pastore, con la possibilità che ha un pastore di inserirsi nei problemi sociali ed economici della regione nella quale opera» (Guido Rivoir, “Le memorie di un valdese”, 50)

«Oltre a Tarariras devo occuparmi di due colonie che sorgeranno più a nord di Tarariras e di Nieto nei dipartimenti di Rio Negro e Paysandù […]. In ogni colonia da dodici a venti famiglie. Mi occupo delle due e riesco a trovare per Bellaco un terreno di qualche ettaro al centro, per una sala che servirà per i culti e per la scuola, e per il cimitero. Le famiglie erano molto numerose, e quando non vi era più terreno per tutti, dovevano estendersi e comprare nuovi terreni» (Guido Rivoir, “Le memorie di un valdese”, 103)

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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