«Per anni e anni, dall’inizio del regime nazionalsocialista, gli uomini ci avevano guardato in modo cattivo, odioso, minaccioso. Alcuni magari con commiserazione e tristezza. Ma nessuno ci aveva mai più sorriso! Ci si scaldò il cuore. Poi, ad un tratto, ci apparve un’abbondanza di doni che erano stati portati per noi: mele, torte, sigarette, in scatole e sacchi disposti in grandi cesti della biancheria» (Federica Spitzer, “Anni perduti”, 133)
Durante il soggiorno nei campi di accoglienza i rifugiati avevano l’occasione di seguire dei corsi organizzati dalle diverse associazioni impegnate nel soccorso ai rifugiati. L’attestato riprodotto in questa pagina certifica la frequenza da parte di Federica Spitzer di un corso di lingua inglese della durata di tre mesi, organizzato dal Service d’aide aux réfugiés civils internés en Suisse sotto gli auspici della Young Men’s Christian Association (YMCA), l’Associazione cristiana dei giovani.
Tessera del “Movimento svizzero per un’Austria libera” appartenente a Federica Spitzer. In vista della fine della guerra i profughi accolti in Svizzera incominciavano a pensare al futuro dopoguerra del loro paese. A partire dalla dichiarazione di Mosca dell’1 novembre 1943, in cui gli Alleati si impegnavano a ristabilire lo Stato austriaco, un gruppo di studenti austriaci dell’Università di Zurigo fondò l’associazione Austria e verso la fine di aprile del 1945 un gruppo di rifugiati diede vita al movimento, di cui anche la Spitzer fu sostenitrice, in favore dell’indipendenza dell’Austria.